L’insediamento rurale conserva planimetricamente uno sviluppo ellittico di origine medievale, peraltro documentatoci indirettamente dal toponimo (dal latino vetulus, vecchio).
La locale chiesa, dedicata a San Bartolomeo e suffraganea della pieve di Laterina, venne ricostruita nel Settecento verosimilmente dai Busatti.
Nella facciata, inquadrata da due pilastri tuscanici, si apre il portale trabeato, sormontato da una finestra rettangolare. Entro quattro specchiature sono raffigurati gli Evangelisti, oggi quasi del tutto perduti. Internamente l’unica navata è impreziosita da paraste composite che sorreggono gli arconi della volta a botte ribassata.
Il presbiterio è coperto da una cupola depressa in cui è raffigurata la Vergine tra angeli; nei pennacchi sono dipinti i quattro Evangelisti. tali pitture, di mediocre fattura, risalgono al primo Novecento. L’altar maggiore ha due colonne composite in stucco marmorizzato e con i capitelli dorali; il frontone spezzato e centinato, ruotato rispetto alla parete di fondo, è gravato da due angeli che inquadrano la specchiatura centrale con la colomba dello Spirito Santo.
La settecentesca tela raffigura la Madonna con il Bambino tra i santi Francesco, Bartolomeo, Caterina d’Alessandria e Bonaventura, sormontata dal cartiglio in stucco con l’iscrizione «Matri Dei et Sancto Apostulo Bartolomeo dicatum». L’altare presenta tre gradi alla romana. I due altari laterali, le cui mense sono state eliminate negli Anni Sessanta del Novecento, hanno capitelli simili a quelli dell’altar maggiore, impreziositi da festoni nella campana; sorreggono frontoni triangolari spezzati. Quello di destra, già dedicato all’Immacolata Concezione, reca un quadro con la Madonna dei sette dolori, negli anni compresi fra il 1913 e il 1935, il sacerdote Dario Maraghini restaurò l’edificio sacro.
A destra della chiesa si trova l’ex cappella della compagnia della Madonna addolorata, originariamente coperta con un tetto a capanna, crollato a metà degli Anni Ottanta del Novecento.