Palazzo Serristori

Questa villa ha le sue radici nella prima metà del XIII secolo, quando fu costruita all’interno di un complesso di edifici chiamato “Castello della Pieve”.
I Conti Serristori, che ricevettero alcuni beni del luogo in eredità dalla storica famiglia fiorentina degli Albizzi (acerrimi nemici dei medici), ottennero in affitto le terre della tenuta nel XVI secolo, principalmente vigne e oliveti di proprietà della diocesi di Badia Agnano. Essi, tuttavia, continuarono ad espandere il loro patrimonio terriero, concentrandosi soprattutto a Pieve a Presciano.

Dopo la conquista del castello da parte dei fiorentini, la famiglia Serristori intraprese un’importante opera di ricostruzione, trasformando gradualmente la struttura da un forte militare a un’elegante villa. Durante il XVII secolo, la famiglia Serristori continuò ad acquisire terreni e proprietà, e nella prima metà del Seicento si effettuò una grande ristrutturazione della villa. La nuova “Palagio” fu costruita unendo diverse case adiacenti, dando luogo a una planimetria irregolare e volumetria variabile che mancava di una pianta coerente e ortogonale, come era consuetudine all’epoca.

Nel corso del XVII secolo, la famiglia Serristori crebbe in importanza, con membri che ricoprirono cariche politiche, militari ed ecclesiastiche nel Granducato di Toscana. Contestualmente, la tenuta di Pieve a Presciano si estese e arrivò a includere una quindicina di case rurali, una trentina di poderi e un paio di mulini. Una seconda ristrutturazione avvenne nella seconda metà dell’Ottocento, quando Alfredo Serristori commissionò la ridisegnazione delle facciate della villa e vari lavori interni.
Il progetto, attribuito all’architetto Falciani, presentava influenze contemporanee sulla villa fiorentina della famiglia. Durante questa ristrutturazione, tutte le finestre furono rinnovate e fu aggiunta una doppia scala tra le due ali del fabbricato, che conduceva a un cortile rialzato dove in precedenza si trovava una terrazza. Al centro della doppia scala, sotto un frontone a volta, si trovava una grande porta finestra che dava accesso alla sala principale al primo piano. Una porta al piano terra, sotto la terrazza, conduceva alle scuderie e alle cantine. Sul tetto fu aggiunto un piccolo campanile a vela. Inoltre, il prospetto della villa fu invertito per mettere in risalto la vista sulla campagna, mentre si ridusse l’importanza del lato rivolto verso il paese. Successivamente, fu ricostruita anche la limonaia.

Verso la fine del XIX secolo, la villa passò in eredità alla famiglia Tozzoni, che ottenne il permesso di mantenere il nome Serristori e i titoli nobiliari della famiglia nel 1895, con Umberto Tozzoni che fece realizzare il giardino sottostante la villa tra il 1897 e il 1899. Nel 1940, l’ultima erede Serristori, la Contessa Sofia Serristori nei Bossi Pucci, vendette la villa-fattoria ad Arturo Ghezzi, Podestà di Pergine Valdarno e discendente di una delle storiche famiglie proprietarie di Pieve a Presciano. Attualmente, la proprietà appartiene alla Famiglia Petracchi. Oltre alla Villa Serristori, la Tenuta “La Pieve” comprende vasti terreni agricoli, vigneti e uliveti, che vengono coltivati con cura e dedizione dalla famiglia.

Una curiosità affascinante riguarda la sala d’ingresso del palazzo: proprio in quel luogo, nel lontano 1859, si svolse una storica votazione locale per il plebiscito che determinò l’annessione del Granducato di Toscana al Regno d’Italia.