Il piccolo nucleo abitato di Impiano (o Piano), posto su di un modesto pianoro (da cui il toponimo), a sinistra dell’Arno, è ubicato, lungo l’antico raccordo romano che collegava la Cassia vetus con quella nuova. Nelle sue vicinanze sono stati rinvenuti materiali ceramici, databili ad iniziare dal V secolo a.C., e frammenti litici preistorici, che ci testimoniano la lunga e ininterrotta frequentazione di tali luoghi fin dall’età preromana.
L’antica chiesa, dedicata ai Santi Jacopo e Cristoforo, è stata smantellata al tempo della prima Guerra Mondiale; rimossi tutti gli arredi, l’edificio sacro è stato ridotto a laboratorio di orafo e ad abitazioni private (attuale numero civico 46 di via Impiano).
In uno slargo della strada, che attraversa il borghetto, negli Anni Cinquanta è stato collocato un altare secentesco trasformato in tabernacolo e proveniente da una chiesa di Peretola, presso Firenze. Due semicolonne scanalate e rudentate d’ordine corinzio sorreggono la trabeazione ed il frontone risaltato spezzato e centinato, al centro del quale è una testa di cherubino. Una seconda testa di cherubino si trova nella trabeazione ed è fiancheggiata da due eleganti festoni di foglie, fiori e frutta. Nel tabernacolo, a nicchia centinata, vi è una statua, di modesta fattura, riproducente la Madonna di Fatima.