Gli affreschi nella chiesa di San Pietro a Casanuova

I pochi lacerti di affresco superstiti della decorazione della chiesa si concentrano nell’originaria area presbiteriale e particolarmente attorno all’arcone. In alto, sotto il tetto a capanna, era raffigurata un’Annunciazione, con la Vergine, vestita di un abito rosso sulla destra (ancora in parte esistente), e l’angelo sulla sinistra (del tutto perduto). Al di sotto di Maria, entro un cartiglio si leggono le parole di risposta all’annuncio dell’angelo. In posizione mediana, sopra l’arcone, è il doppio stemma del committente e probabile patrono dell’edificio sacro (stemma di sinistra: partito, nel primo d’azzurro alle cinque bande d’oro; nel secondo, forse d’azzurro all’albero naturale. Stemma di destra: di rosso, al leone rampante d’oro).

Attorno all’arcone sono alcune decorazioni geometriche a stelle dorate inscritte in corone di cerchio alternativamente azzurre e rosse, a loro volta entro riquadri.
In basso, sulla destra è la figura di un prelato con la veste bianca e la mantella scura, che regge con la mano sinistra un libro rosso.

Al di sopra è un’iscrizione, solo in parte leggibile: “D. EUGENIUS C. / AB OLYMPO/ PI[NXIT?”], forse alludente all’ignoto pittore che ha eseguito gli affreschi o al committente. L’opera, molto rovinata, è ascrivibile ad un fiorentino, o meglio a un pittore locale formatosi a Firenze, attivo intorno al 1480.

All’interno dell’ex presbiterio, lungo la parete meridionale, si è parzialmente conservata un’immagine di Cristo benedicente avvolto in un’ampia veste rossa e con il globo sormontato da croce nella mano sinistra. In alto a destra si legge “MUNDI” e doveva essere preceduta a sinistra da “SALVATOR”, parola ora del tutto scomparsa, quindi, Redentore del mondo. L’opera, sicuramente di altra mano, parrebbe di alcuni decenni antecedente, eseguita da un pittore gravitante nell’orbita fiorentina.

Licia Bertani