Cristo degli Olivi

Dietro la collocazione di questa statua lignea raffigurante il Cristo, si nasconde la storia affascinante di due comuni distanti fra loro ma accomunati dalla stessa origine. Pergine Valdarno e Pergine Valsugana, sono infatti due comuni che condividono lo stesso toponimo e una storia legata all’origine etrusca delle popolazioni che si insediarono in queste zone del Nord Italia. Dopo l’annessione del Trentino al Regno d’Italia in seguito alla Prima Guerra Mondiale, entrambi i comuni, che erano sempre stati chiamati semplicemente “Pergine”, si resero necessariamente distinti come “Pergine Valsugana” in provincia di Trento e “Pergine Valdarno” in provincia di Arezzo.
Per suggellare questa storia comune, nel 1989 i due comuni si gemellarono ufficialmente, siglando un atto di amicizia. In segno di questo legame, Pergine Valsugana donò a Pergine Valdarno una preziosa statua lignea scolpita nel legno di castagno, raffigurante un Cristo crocifisso e posizionata in un orto di olivi. Alle spalle della statua, si può ammirare la valle dello Scerfio, abitata fin dall’epoca etrusca e importante via di comunicazione per secoli.

La Repubblica Fiorentina, che nel 1337 aveva preso il controllo della zona, mirava a controllare le piazzeforti militari degli Ubertini in Valdambra per assicurarsi strade sicure verso la Valdichiana. Così, all’estremità sinistra della valle, era prevista la costruzione della nuova città di Giglio fiorentino, conosciuta anche come “la città che non c’è”. Questo progetto faceva parte dell’ambizioso piano della Repubblica di Firenze per creare nuove terre, come San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Fiorenzuola, Castelfranco e altre. Nel 1350 furono avviati i lavori di sbancamento per la nuova città, ma il progetto fu interrotto a causa dello scoppio del conflitto tra Firenze e Milano nel 1351.

Il paesaggio circostante è così caratteristico che, non di rado, il suggestivo spazio del Cristo degli Olivi viene scelto per ospitare eventi e concerti.