Castello e Centro Storico Pieve a Presciano

Ti trovi davanti ad una delle torri del Castello, quella a nord. Questo luogo, che presenta caratteristiche riconducibili a quelle di un borgo medievale, affonda le sue radici nell’antichità. Il suo nome deriva infatti dal latino “praedium Prisci”, il che indica l’antica presenza di insediamenti nei pressi del torrente Presciano. Essendo situato in un crocevia di strade che collegavano la Valdichiana al Valdarno e il territorio di Arezzo al Senese, Pieve a Presciano divenne un importante punto di passaggio per persone e merci, oltre che un noto centro agricolo.

Il paese prende il nome dalla sua Pieve, situata ai piedi del Castello sul lato sud e di origine paleocristiana. Questo edificio religioso, meglio noto come Pieve di San Pietro Apostolo, rivestì un ruolo importante nella storia di questo borgo. Durante l’alto Medioevo, quando la vicina Abbazia di Agnano acquisì potere e influenza, la Pieve cadde sotto il dominio dell’abbazia. Un documento risalente al 1095 attesta questo fatto. La giurisdizione della Pieve era estesa e spaziava da Levane a Civitella. Nel corso dell’XI secolo, la Pieve subì una ristrutturazione in stile romanico. È probabile che la chiesa avesse una navata unica con un tetto a capriate in legno. Il primo documento che menziona la Pieve risale al 1021 ed è presente in un rogito sottoscritto nel Castello di Bulgari. Secondo le Relazioni Decimali del Duecento, la Pieve aveva 10 chiese suffraganee.
Gran parte dell’attuale aspetto lo si deve al Pievano Giovan Battista Salimbeni che, tra le altre migliorie, nel 1862 acquistò il nuovo altare maggiore dei canonici della Basilica fiorentina di San Lorenzo.

Ritornando al nostro borgo, devi sapere che nel XIV secolo il suo territorio fu notevolmente influenzato dall’espansione di Firenze. Questo periodo segnò, infatti, una fase di cambiamenti e conflitti per la comunità di Pieve a Presciano. Nel 1350, il paese entrò a far parte dei possedimenti di Firenze. Durante quegli anni turbolenti, furono costruite delle mura difensive e il paese si incastellò. Le mura, iniziate nel 1355, furono costruite a fuso, come era consueto all’epoca. Altre torri sono ancora visibili, anche se sono state convertite in moderne abitazioni, tra cui Villa Ghezzi. Un’altra torre fu incorporata nel Palagio Serristori che incontrerai più avanti. Tuttavia, la Pieve rimase al di fuori del circuito delle mura del Castello. Nel Quattrocento, durante le guerre tra Firenze e Siena, anche la Valdambra subì numerosi attacchi da entrambe le parti, e Pieve a Presciano fu più volte assalita e saccheggiata. Nel luglio del 1554, dopo un’eroica difesa degli ultimi 33 abitanti, il castello della Pieve fu saccheggiato e bruciato dalle truppe del capitano di ventura Pietro Strozzi, bandito da Firenze e alleato dei senesi e del re di Francia. Dopo la vittoria dei fiorentini, il castello fu ricostruito dai Serristori, ma perse la sua funzione militare e al suo interno iniziò a svilupparsi la Villa.

Con l’avvento della “Pax Medicea” del Granducato di Toscana e la politica di promozione dell’acquisizione di ampie proprietà fondiarie da parte di famiglie fiorentine legate al potere dei Medici, i patrimoni delle famiglie Ghezzi, Alberti e della famiglia Serristori, che sarebbe diventata predominante, crebbero in questa zona.
La circolazione stradale sul lato est, insieme all’area dei giardini che allora rappresentava una piazza pubblica per la fiera del bestiame, è il risultato dell’opera del Conte Umberto Serristori, all’epoca Senatore del Regno. Nel 1907, in accordo con il Comune di Pergine Valdarno, il Conte Serristori realizzò queste importanti opere, in cambio della chiusura della strada comunale che attraversava la proprietà di Villa Serristori, situata sul lato di campagna. Più avanti, avrai l’opportunità di ammirare questo palazzo dal lato del borgo.