Storia di Laterina

Possiamo iniziare il nostro viaggio percorrendo l’area situata tra la riva dell’Arno e la strada che congiunge Arezzo con Fiesole (in special modo la zona compresa fra Ponte Romito, Laterina, La Penna e Rondine) ora denominata Strada dei Setteponti che percorre l’antica via Etrusca Cassia Vetus costruita dall’imperatore Romano Claudio nel 123 per permettere ai mercanti e pellegrini di raggiungere Roma e che in seguito l’imperatore Adriano tra il II ed il IV secolo d.C. fece collegare trasversalmente attraversando la sponda sinistra dell’Arno. L’originario attraversamento del fiume era allineato con i nuclei abitativi di Ponticino, Impiano, Casa Riccia (sulla sponda sinistra), Le Pievi, il Vallino e il Monsoglio (nel lato destro).

In direzione dell’attraversamento dell’Arno (presso l’attuale località Le Pievi) era sorta una villa romana d’età imperiale, dove all’interno sono stati ritrovati delle pavimentazioni mosaico policromatiche in motivi geometrici risalenti al 4°secolo (attualmente sono stati collocati sulla parete longitudinale destra esterna della Propositura dei Santi Ippolito e Cassiano a Laterina).

La zona era caratterizzata dalle colture cerealicole, dall’allevamento e grazie il raccordo per S.Giustino e per Ponte a Buriano potevano svolgere tali attività tra cui la commercializzazione dei prodotti in cotto realizzati dalle fornaci locali che sfruttavano i depositi d’argilla.
Al di là del fiume, sulla sponda sinistra, in località Casa Riccia (sono stati rinvenuti i resti di una diga) è da individuare il proseguimento del raccordo romano originario attorno al quale si incentravano gli insediamenti rurali di Caianello e di Poggio Tondo, Ganascione e Rimaggio nei pressi di impiano.

Nel Pian di Laterina (detto originariamente di Valle, prevalentemente in corrispondenza della sua estensione a sud dell’Arno, o di Campavena, per quel che concerneva il suo sviluppo a nord del fiume) si formarono numerosi rivoli secondari ed alcune ‘isole’ ancor oggi testimoniatici da vari toponimi, quali L’Isola, Pieve Vecchia dell’Isola, Isola di Campavena, Spedale dell’Isola oppure Isoletta, Longoia e la Lama.

Per questi motivi e per ragioni di sicurezza in caso di guerre venne edificato dagli Ubertini, nobili d’origine germanica e signori della zona, il castello di Laterini (toponimo derivante dal latino Lateraria, «mattonaia») sull’omonimo altopiano d’origine pleistocenica, posto a balcone strategico sulla vallata, tra i torrenti Oreno e Bregine, ambedue idronomi d’origine etrusca (il primo documento che conosciamo risale al 1014, sebbene la tradizione faccia risalire la fondazione del borgo murato al 962). Qui Inizia crearsi il borgo di Laterina.

Ogni “popolo” inurbatosi aveva la propria chiesetta, dedicata al medesimo santo cui lo era quella dell’insediamento di origine: una consuetudine, questa, che ritroveremo anche nei nuovi e più tardi nuclei lungo la Strada dei Setteponti e nelle “Terre Nove” o “Terre Murate” di fondazione fiorentina dei secoli XIII e XIV.

Nel 1288 i fiorentini nella loro guerra condotta contro Arezzo ed i nobili ghibellini del contado, espugnarono e distrussero vari castelli degli Ubertini, tra i quali la Rocca di Laterina fu distrutta e ricostruita più volte durante le battaglie e solo dieci anni dopo ne riedificheranno completamente la Rocca.Gli ultimi scontri si ebbero nel 1341 e nel 1347.

Oramai la viabilità principale tra Firenze ed Arezzo era divenuta quella che, provenendo da Figline, dalla “terra nuova” di S.Giovanni (fondata dai fiorentini nel 1299) e da Montevarchi, attraversava l’Arno a Ponte Romito e lambiva Laterina; da allora in poi, il vecchio tratto stradale tra Monsoglio e Le Pievi perse progressivamente di rilevanza. I primi statuti pervenutici del Comune di Laterina risalgono al 1362, poi rinnovati più volte nel corso del Quattro e del Cinquecento.

Nel 1384 Arezzo passò definitivamente sotto il dominio fiorentino e Laterina, di conseguenza, fu stabilmente incorporata entro il territorio di Firenze, vivendo inizialmente un ruolo di progressiva decadenza. Il borgo Maestro preesistente, in un punto mediano non baricentrico, ma più spostato verso la riedificata ed ampliata Rocca, si dilata nella piazza con la chiesa romanica – che diverrà plebana – e con il palazzetto pubblico del Podestà o dei Vicari lungo il lato settentrionale, fiancheggiato, sulla sinistra, dalla loggia del grano.

Il governo civile e militare fiorentini erano esercitati tramite un podestà (documentatoci fin dal 1354) ed un capitano. In quel secolo, secondo la consuetudine degli Ordini Mendicanti, già codificatasi nel corso del Duecento, alcuni frati domenicani fondarono a Laterina uno “spedale”, che poi verrà ceduto al Comune nel 1451 (si trovava nella via dello Spedale, vicino all’attuale sede comunale, in corrispondenza del palazzetto Migliorini); altri ospizi extramurari erano tenuti, forse fin da allora, da frati minori francescani; numerose proprietà, però, spettavano ancora alla badia benedettina di Agnano. Nessun importante convento francescano, domenicano o agostiniano, tuttavia, sorse nel territorio di Laterina, a sottolineare la marginalità della zona in quel secolo.
Al pieno Quattrocento risalgono le principali decorazioni ad affresco nelle chiese del territorio di Laterina, lungo la strada maestra Aretina (nella pieve intramuraria, nell’oratorio di San Bernardino e della Madonna della Neve, nella chiesa di San Pietro a Casa-nuova).

Tra le famiglie emergenti nel borgo possiamo rammentare quella dei Pasquini (estintasi a metà dell’Ottocento); tra gli enti religiosi, quello con maggior beni immobili era rappresentato dalla pieve, con numerose terre “sciolte” ed i poderi dello Spedale dell’Isola e della Pieve Vecchia dell’Isola.
Anche alcune famiglie fiorentine, di certa fede guelfa, fin dal secolo precedente avevano iniziato a ‘ricolonizzare’ il territorio, oramai liberato dalle vecchie servitù feudali (si pensi ai Peruzzi nell’ex castello della Penna e poi a Monsoglio).

Durante il Cinquecento la vita urbana e commerciale di Laterina si incentra sulla piazza dei Vicari e sul Borgo Maestro; la vita religiosa ruota attorno alle Compagnie. Nel 1576 le Compagnie laicali erano tre: quella della Madonna ovvero della SS. Annunziata, già documentata nel 1533 (l’oratorio era stato ricavato nell’antica chiesetta di Sant’ Andrea di Ghianderino), quella penitenziale della Santa Croce e di Santa Maria Maddalena (sorta nel 1419) e quella del Corpus Domini (nata nell’età della Controriforma – esistente dal 1552 – nei decenni seguenti ottenne come propria sede la chiesa di San Biagio).

Nel 1842 esistevano a Laterina sei botteghe di generi alimentari, due di fabbro, due di falegnameria quattro di calzolai, un ortolano, un barbiere, un caffè nella piazza e due forni pubblici; Molte donne si dedicavano alla lavorazione di cappelli di paglia nella fabbrica creata dal marchese Ginori (uno dei maggiori proprietari terrieri).

Nel podere della Pieve dell’Isola (in località Le Pievi) vi era “la casa da lavoratore”, una tinaia, un granaio ed una torre in parte utilizzata quale colombaia, presso la – piazza della Chiesa – vecchia ed il superstite chiostro.

Nella seconda metà dell’Ottocento la piazza principale venne parzialmente demolita e si aprì a balcone sulla sottostante valle dell’Arno, con una meravigliosa veduta panoramica in direzione dei colli di Ponticino e di Pergine.